Il cacio all’argentiera è una ricetta che fa parte della cucina povera siciliana. Piatto facile e semplice da preparare con pochi ingredienti ma di sicuro successo. Si tratta di una semplice fetta di formaggio (caciocavallo, ragusano o canestrato) di media stagionatura, cotto in padella con olio, con una bella doratura fuori e una morbidezza filante dentro. Profumato con aceto, zucchero e una spolverata di origano. Questo piatto di solito viene usato come antipasto, ma in base allo spessore della fetta di formaggio, è possibile trasformare il caciocavallo all’argentiera in un saporitissimo secondo piatto.
Ingredienti per quattro persone
400 gr di caciocavallo (semistagionato), 3-4 cucchiai di olio extravergine d’oliva,1 spicchio d’aglio, 2-3 cucchiai di aceto di vino bianco,origano, pepe, maizena.
Preparazione
Tagliate il caciocavallo a fette di un certo spessore (circa 1 cm, o poco più). Infarinate leggermente le fette di caciocavallo con un velo di maizena.
Versate un filo d’olio in una padella e fatevi imbiondire (ma non bruciare) lo spicchio d’aglio e, alla fine eliminatelo.
Quando l’olio è ben caldo, aggiungete il formaggio (non più di due-tre fette per volta ben distanziate fra loro).
Lasciate cuocere il caciocavallo per 2-3 minuti senza toccarlo per far formare la crosticina, poi girate le fette sull’altro lato.
Spolverizzate il formaggio con un bel pizzico di origano e una spolverata di pepe.
Sfumate il cacio con 2-3 cucchiai di aceto di vino bianco e, appena sarà evaporato togliete la padella dal fuoco.
Servire il cacio all’argentiera in piatti individuali subito, caldo, filante e con una spolverata di origano fresco!
Note
Questa ricetta è legata ad un aneddoto molto noto, che racconta la storia di un argentiere palermitano, che caduto in bassa fortuna, non potendosi più permettere piatti costosi il cui profumo invadeva le vie circostanti stuzzicando l’invidia dei vicini.
Per nascondere il momento di disaggio economico la moglie dell’argentiere, cuoca formidabile, inventò con i pochi e umili ingredienti che aveva in casa questa ricetta.
Con abili mosse inebriava giorno dopo giorno le vie di magico profumo, facendo credere a tutti che nella sua cucina si preparava ogni ben di Dio.
Inventando cosi la ricetta del Cacio all’argentiera, il cui profumo è molto simile a quello del coniglio alla cacciatora.
I vicini addirittura, chiamavano ”coniglio all’argentiere” il cacio cucinato dalla donna, perchè non aveva nulla da invidiare, per odore a pietanze piu’ pregiate.