Tricotti

I tricotti sono biscotti, comuni in tutta l’isola sebbene con nomi diversi, erano destinati soprattutto ai bambini appena svezzati, ai quali si davano sciolti nel latte.

Tricotti
Tricotti

Ingredienti

500 gr di farina 00, 200 gr di lievito madre (pasta lievitata utilizzata dai fornai ), 80 gr di strutto, 100 gr di zucchero semolato, sale, burro.

Preparazione

Setacciate la farina e fate la fontana; versate al centro 1 dl d’acqua tiepida con un pizzico di sale e lo strutto e amalgamate con cura.

Aggiungete, quindi, il lievito madre e lo zucchero e impastate a lungo con cura, fino ad ottenere un composto morbido e omogeneo.

Ricavatene dei bastoncini lunghi una decina di cm e adagiateli in una placca imburrata; coprite e ponete a lievitare in un luogo tiepido, fino a quando avranno raddoppiato il loro volume.

A questo punto, infornate i biscotti a 250°C per 10 minuti; sfornate e abbassate la temperatura a 150°C. Ponete i tricotti in forno e cuocete per 15-20 minuti.
Note

Lo strutto è un prodotto alimentare animale ottenuto per fusione dei grassi presenti nel tessuto adiposo del maiale. Si presenta come pasta compatta di colore bianco, che a freddo è praticamente inodore, a caldo emana un odore tenue, ma caratteristico.

Il sapore a caldo è tipico e non molto invasivo. A temperature fino a circa 40-42 °C lo strutto si presenta pastoso e di colore bianco, a temperature superiori avviene la fusione. La consistenza dello strutto fuso è oleosa ed appare trasparente alla vista.

Eventuali tonalità tendenti al giallo/beige nel colore dello strutto possono derivare dalla doratura caratteristica che assume il grasso nella fase finale della cottura.

Origine:

L’estrazione e l’utilizzo dello strutto in campo alimentare furono ideati dagli spagnoli durante la loro dominazione in Sicilia. Gli spagnoli lo chiamavano saim; il nome divenne col tempo saìmi, e rimane tuttora in dialetto palermitano. A quell’epoca, lo strutto veniva prodotto in grandi quantità nel mattatoio di Palermo ed era destinato non soltanto al mercato locale, ma veniva esportato in tutti i paesi sotto la dominazione spagnola.

Uso in cucina: Tra le ricette tradizionali italiane contenenti lo strutto vi sono: la piadina marchigiana e romagnola, la schiacciatina mantovana, l’erbazzone reggiano, le crescentine modenesi, le seadas e le pardulas sarde, le brioches, i cannoli siciliani ed il casatiello e il tarallo ‘nzogna e pepe napoletani.

Lo strutto viene impiegato per la produzione di prodotti da forno (pane, pizza, taralli ecc.) in quanto l’impiego dello strutto nell’impasto rende più friabile la massa del glutine presente nel prodotto, aumenta il volume dell’impasto rallentando le perdita di umidità e conferisce sapore e fragranza, e rallenta il raffermamento (i grassi avvolgendo le eliche dell’amido ne impediscono il ripiegamento); lo strutto ed altri grassi sono presenti per questo motivo nei prodotti panificati a lunga conservazione, sono insostituibili come conservanti.

In pasticceria viene usato per dolci locali e regionali per dare una buona friabilità al prodotto finito o anche per friggerli, come nel caso della patacia. Si usa ancora nella preparazione artigianale ed industriale delle sfoglie per dolci (paste, creme in primis).L’elevato punto di fumo (circa 250 °C) lo rende ideale per la frittura dei cibi, in particolare per gnocco fritto, frappe (chiacchiere di carnevale) e milza (nel panino con la milza alla palermitana).

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