Ingredienti
250 gr di farina, 1 cucchiaino di cacao amaro, 30 gr di strutto, 1 cucchiaio di marsala, 1 albume, sale, olio di semi per friggere.
Preparazione
Impastate la farina con lo strutto, 1 cucchiaio di zucchero semolato, il cacao, il marsala e una presa di sale, aggiungendo l’acqua necessaria, fino ad ottenere una pasta consistente.
Avvolgetela nella pellicola trasparente e ponetela in frigo per circa mezz’ora.
Trascorso il tempo di riposo in frigo, stendete la pasta in una sfoglia non troppo sottile, ricavate delle forme ovali e, avvolgetele attorno agli appositi cannelli di alluminio, sovrapponendo i lati e sigillandoli con l’albume battuto.
Friggete le scorze in abbondante olio caldo; sgocciolatele e ponetele su carta da cucina a perdere l’unto, sfilando i cannelli solo quando saranno completamente fredde.
Riempite i cannoli solo al momento del consumo, altrimenti l’umidità del ripieno potrebbe ammorbidire i cannoli rovinandoli.
Le versioni del Cannolo sono diverse: la cialda, oltre alla versione classica, puo’ essere aromatizzata al pistacchio, al cacao, all’arancia a al mandarino;
la farcitura puo’ prevedere la cannella e, a seconda dei gusti, la presenza o meno dei canditi e delle scaglie di cioccolato.
Anche le decorazioni fatte alle estremita’ si diversificano: a Catania, ad esempio, i Cannoli sono decorati con pistacchi tritati di Bronte, mentre a Palermo si utilizzano le scorze d’arancia o le ciliegie candite.
Si può rivestire la superficie interna del cannolo con del cioccolato fuso, per evitare che l’involucro di pasta stia direttamente a contatto con la crema: con questo espediente, si scongiura il fatto che con il passar del tempo l’umidita’ della ricotta impregni la cialda e gli faccia perdere la croccantezza originale.
Un tempo i cannoli siciliani venivano preparati arrotolando la pasta intorno a canne di fiume: secondo molti da qui proviene il nome “cannoli”.
I cannoli siciliani hanno una storia lunghissima: nel 1635 un sacerdote dell’isola esalta in un’ottava la magnificenza del cannolo con le metafore “scettru di ogni re e virga di Moisè”.