Memoriale di Portella della Ginestra è uno dei luoghi simbolo delle lotte dei lavoratori. Su quella spianata ogni anno, migliaia di persone partecipano alla manifestazione organizzata dai sindacati.
Il 1° Maggio festa del Lavoro: probabilmente abbiamo dimenticato o addirittura non conosciamo il significato e le origini di questa celebrazione, se non per l’opportunità di una scampagnata.
La Festa del Lavoro o Festa dei Lavoratori forse non molti sanno che è una festività mondiale. Si celebra in tantissime nazioni: Stati Uniti (dove è nata), Canada, Italia, Francia, Regno Unito, Spagna, Cile, Cina, Germania, Russia, Grecia, Slovenia e in tutta l’Unione Europea; e la data è, ovunque, quella del 1 Maggio.
In Italia, in particolare in Sicilia, si ricorda l’eccidio di Portella della Ginestra. Località vicino Piana degli Albanesi tristemente nota per la strage che si verificò il 1 maggio del 1947, quando la banda di Salvatore Giuliano sparò su un corteo di circa duemila lavoratori in festa. Contadini e braccianti di tutti i paesi della zona per celebrare in letizia la giornata di festa e di lotta dei lavoratori, per molti anni soppressa e vietata dal regime fascista.
All’ansia di partecipazione e, di riscatto di quelle donne e di quegli uomini che aspiravano a liberare sé stessi e quelle terre dalla sopraffazione feudale e mafiosa. Caratteristica del latifondo si rispose con il terrore: uccidendone undici e ferendone una cinquantina.
Gli abitanti di Piana degli Albanesi chiamano il luogo in albanese anche “Gryka e Spartavet”, letteralmente Portella della Ginestra nella lingua locale.
Il Memoriale di Portella delle Ginestre è una originale sistemazione naturale-monumentale del luogo, situato ad appena tre chilometri da Piana degli Albanesi in direzione di S. Giuseppe Jato, dove la banda di Salvatore Giuliano, il primo maggio 1947, sparò uccidendo uomini, donne e bambini inermi.
La sistemazione monumentale di Portella della Ginestra è un’opera di land art (arte della terra, del territorio) di cui vi sono svariati esempi in molte parti del mondo.
Il Memoriale è stato progettato e realizzato (1979-1980) da Ettore de Conciliis, pittore e scultore, con la collaborazione del pittore Rocco Falciano e dell’architetto Giorgio Stockel.
L’opera, a carattere non effimero né ideologico, è stata immersa nella natura e nel paesaggio per evitare di chiudere la memoria della strage in un blocco architettonico o in un chiuso gruppo di figure.
De Conciliis, andando oltre le sistemazioni monumentali concepite in modo più tradizionale. Ha tentato di imprimere un gigantesco e perenne segno della memoria sul pianoro sassoso di Portella delle Ginestre.
Un muro a secco fiancheggiato da una tipica trazzera, per una lunghezza di circa 40 metri, taglia la terra, come una ferita, nella direzione degli spari.
Tutt’intorno, per un’area di circa un chilometro quadrato, dove vi furono i caduti del primo maggio 1947, si innalzano grandi massi, alti da 2 a 6 metri, cavati sul posto della pietraia, che sembrano magicamente collegati come i preistorici menhir.
Uno di essi è il masso di Nicola Barbato, da dove il prestigioso dirigente pianioto dei Fasci Siciliani era solito parlare alla sua gente.
Altri figurano sinteticamente corpi, facce e forme di animali caduti. In altri due sono rispettivamente incisi i nomi dei caduti e una poesia del poeta siciliano Ignazio Buttitta.