Il Teatro Massimo di Palermo,il cui nome esatto ma conosciuto da pochi è “Teatro Massimo Vittorio Emanuele”. Un vero tempio della cultura … lirica e non solo, semplicemente, superlativo, è il teatro più grande d’Italia , il terzo in Europa.
Il teatro fu edificato fra il bastione di San Vito e La Porta Maqueda, abbattendo la Chiesa delle Stimmate e l’annesso convento e la Chiesa di San Giuliano; la tradizione narra che una suora detta “la monachella” (la prima Madre Superiora del convento) si aggiri ancora per le sale del teatro.
Si dice anche che chi non creda alla leggenda inciampi in un particolare gradino entrando a teatro, gradino detto appunto “gradino della suora”.
I lavori iniziarono nel 1875, alla posa della prima pietra parteciparono tutte le autorità della città ed in quell’occasione fu murata una medaglia commemorativa e una lapide.
L’inaugurazione,a cui parteciparono i nobili palermitani, avvenne nel 1897 con l’opera di Verdi “Falstaff”.
In stile neoclassico,l’esterno del teatro presenta sei colonne di stile corinzio poste su una scalinata ai lati della quale si possono ammirare due leoni bronzei :quello a sinistra rappresenta la lirica, dello scultore Maestro Cav. Mario Rutelli.
Quello a destra le allegorie della Tragedia dello scultore Benedetto Civiletti. In alto l’edificio è sovrastato da un’enorme cupola emisferica, realizzata interamente in rame.
L’ossatura della cupola è una struttura metallica reticolare che s’appoggia ad un sistema di rulli a consentirne gli spostamenti dovuti alle variazioni di temperatura.
Il frontone, retto dalle colonne reca l’epigrafe:”L’arte rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle scene il diletto ove non miri a preparar l’avvenire” di autore sconosciuto.
All’interno si possono ammirare:la “sala degli Specchi”chiamata così per gli otto specchi con bellissime cornici appesi alle pareti,finemente decorata e munita di appliques floreali;la “sala Pompeiana”,detta anche sala dell’eco perché la voce rimbomba a causa della cupola asimmetrica, è di forma circolare ed è decorata con colori vivaci;la “sala degli Stemmi”di forma rettangolare ,così chiamata per gli stemmi delle nobili famiglie siciliane che vi si possono ammirare.
La sala degli spettatori è a forma di ferro di cavallo, ha un’area di 450 mq con cinque ordini di palchi e il loggione, può ospitare circa 1350 spettatori, il palcoscenico è largo 39 metri e profondo 37.
Il tetto che sovrasta la platea è realizzato in pannelli lignei deliziosamente affrescati mossi da un meccanismo che ne permette l’apertura sicchè il teatro non necessita di impianti di aerazione.
L’apparato architettonico della grande sala si deve all’architetto Ernesto Basile, figlio di Giovan Battista, autore del complesso generale dell’opera.
Ernesto raffinatissimo rappresentante del Liberty europeo, si servì per le decorazioni e i particolari della valida opera del Ducrot, soprattutto per le raffinatissime composizioni dei palchi e degli arredi.
L’interno è decorato e dipinto da Rocco Lentini, Ettore De Maria Bergler, Michele Cortegiani, Luigi Di Giovanni.