- 11 Novembre è la festa di San Martino, che celebra il Vescovo di Tours. La raffigurazione più frequente rievoca l’episodio del mantello.
- Come è noto San Martino, in una giornata di pioggia incrociò sulla sua strada un poverello seminudo ed intirizzito dal freddo.
- Senza pensarci due volte, il cavaliere, tagliò il suo mantello in due parti, cedendone la metà al povero.
- Prodigiosamente, al generoso gesto di Martino, il freddo e la pioggia si attenuarono ed il sole cominciò a splendere.
- Ecco il perchè leggendario dell’estate di San Martino, ricorrenza cristiana che si rinnova ogni anno per festeggiare un atto di carità e per ricordare che la generosità verso i poveri.
- A Palermo, la tradizione vuole che si mangino i sammartinelli, (biscotti tricotti vengono cotti a fuoco lento e raggiungono la tipica consistenza friabile perchè infornati per ben tre volte ) aromatizzati con (finocchiu ‘ngranatu) semi di finocchio e cannella, “abbagnatu nn’u muscatu”, inzuppati nel vino moscato, un vino liquoroso, il “Moscato o Passito di Pantelleria”, un vino liquoroso, dal profumo fruttato , dolce ed aromatico.
- Nel 1936 fu inserito tra i vini tipici italiani per il suo “aroma delicato e fine e per il suo sapore vellutato, dolce, carezzevole, generoso”, e nel 1971, divenne Doc.
- Il vino ha una fermentazione particolare infatti i grappoli di uva Zibibbo, raccolti ad Agosto, sono fatti appassire al sole su stenditoi di pietra nel vigneto per venti, trenta giorni.
- Si ottiene così un vino dal profumo intensamente fruttato di albicocca e pesca sciroppata, dal gusto dolce, pieno, aromatico, ma non troppo dolce.
- Esistono altre due versioni di questi tradizionali biscotti, la prima una versione più ricca, direi esagerata nei decori barocchi, più morbidi perchè cotti solo una volta, ripieni di marmellata (di cedro o di zucca), ricoperti da una glassa di zucchero e decorati con confettini di zucchero argentati, fiorellini di pasta reale e cioccolatini.
- La seconda versione meno sfarzosa ma altrettanto golosa è il “Rasco”, variante morbida di questo dolce tipico.
- La variante prevede che il biscotto, venga svuotato, inzuppato nel rhum e riempito di crema di ricotta,scaglie di cioccolato e spolverizzato con zucchero a velo vanigliato.
- Una leccornia gradevolissima sia per gli occhi ma soprattutto per il palato.
- Note: Anticamente la tradizione prevedeva un San Martino dei ricchi per i più benestanti, che è quello dell’11 Novembre, e uno dei poveri, per i meno fortunati, rimandavano il festeggiamento alla Domenica successiva alla ricorrenza, giornata, quest’ultima, che coincideva con la riscossione della “simanata” (la paga settimanale), così da potersi permettere la conclusione del pasto Domenicale con “u viscottu ri San Martino abbagnatu nn’o muscatu”, (il biscotto di San Martino inzuppato nel moscato)